Come scattare una foto del vino efficace
/Si dice sempre che un’ immagine vale mille parole, ma a giudicare da quello che in genere si vede nel mondo del vino, è evidente che la gente del vino nutre scarsissima fiducia nel potere delle foto. Quante volte ci capita di vedere la foto di un enologo o un prodotte con il naso nel bicchiere, in posa vicino a qualche botte, o con una bottiglia in mano? Praticamente sempre. Siamo così assuefatti al senso di noia, banalità, mancanza di fantasia trasmesso da queste foto stereotipate, che ormai non ci facciamo nemmeno più caso. Con il tempo ci siamo rassegnati alla mancanza di coraggio e creatività dei produttori, e alla bassa considerazione che nutrono nei confronti dell’intelligenza (e dello spirito umoristico) dei loro consumatori: ci ammanniscono sempre lo stesso tipo di foto perché, evidentemente, ciò che li fa vendere sono i cliché più triti - quella che si ostinano a chiamare #latradizione.
Non tutti la pensano così per fortuna, e la’ fuori più di qualcuno ha osato e osa qualcosa di diverso. E subito diventa case history. Senza scomodare l’AR (Augemented Reality) come nel caso delle etichette “19 Crimes” (inquietanti, ma efficacissime: finora sono state visualizzate solo 400 milioni di volte*), basta provare a uscire dai soliti schemi per attirare l’attenzione.
In sostanza, come può (o dovrebbe) essere la comunicazione visiva nel mondo del vino per essere efficace? L’abbiano chiesto al britannico Matt Wilson, fotografo professionista, che dopo aver lavorato nel mondo della fotografia della musica americana, nel 2003 si è trasferito in Cile, ha sposato un’enologa e ha iniziato la sua fortunata - e premiata - avventura come wine photographer, con uno spirito libero, che non teme critiche o giudizi. Anzi.
Cosa dovrebbe mostrare mostrare la fotografia del vino?
“Penso che la fotografia del vino dovrebbe mostrare molto di più di quello che tende a fare. Per me il vino è una questione di stile di vita. Voglio mostrare nel mio lavoro quanto il vino può essere divertente, e come può adattarsi allo stile di vita. Per me il terroir non ha alcun vero interesse. So che gioca un ruolo importante nel vino e l'aspetto tecnico ha bisogno di immagini del suolo e del clima, ma secondo me non è questo ciò che farà vendere quel vino. Io voglio fare immagini che la gente ricordi, voglio scioccare chi guarda. Non èmcosì importante che l'immagine piaccia a chi la vede, basta che non la dimentichi”.
Secondo te, cosa cerca un consumatore in una foto del vino? Divertimento? Informazione? O cos’altro?
“Non posso davvero rispondere per il consumatore, ma le mie immagini che sembrano funzionare sono le fotografie estreme, eccessive. Se ricordi un'immagine, è più probabile che ricordi il prodotto”.
Quali sono le peggiori foto del vino che tu abbia mai visto?
“Per me sono quelle che mostrano persone con il naso in un bicchiere, o seduti su una botte con un bicchiere. O in un vigneto con un bicchiere. Non mi piacciono molto nemmeno le fotografie dei produttori con bottiglie del loro vino! A mio avviso, le bottiglie dovrebbero essere tenute dai fabbricanti di vetro. Ma ciò che odio di più da sempre è vedere la foto di un giornalista o di un enologo con il naso in un bicchiere. Vorrei davvero dare un taglio a tutto questo”.
Come può un produttore emergere in un mondo ormai così affollato come quello del vino?
“I produttori di vino devono stupire lo spettatore. Che sia un paesaggio mozzafiato o un ritratto, foto di questo genere devono dire qualcosa sul carattere del vigneto e del vignaiolo. L'eccesso susciterà sempre una certa impressione”.
Dimmi tre cose che un produttore dovrebbe fare con le foto per essere efficace, e tre cose da non fare assolutamente
“FARE:
1. Mostrare la personalità del vignaiolo. Per far questo devi parlare con lui o con lei e conoscere la sua vita
2. Fai qualcosa di diverso: scegli un angolatura diversa, un tempo di posa lento o veloce. Quando lavoro con i liquidi per esempio, io uso un tempo di posa molto veloce o molto lento.
3. fai casino!. Quello del vino non è un business ordinato. Non aver paura di fare confusione, metti il vino dappertutto. Alla gente piace vedere un po’ di follia.
NON FARE:
MAI FOTOGRAFARE QUALCUNO CON IL NASO IN UN BICCHIERE!!
Non usare donne seminude. Ai nostri giorni queste cose non funzionano. Pensa a #METOO
Scattare foto senza aver ottenuto tutti i permessi / licenze necessari
Come si vede, per far davvero “parlare” una foto del vino bastano un po’ di creatività e voglia di rompere gli schemi, abbandonando la solita affollatissima #comfortzone della “tradizione”.
Buona sperimentazione.
* consigliamo di guardare l’intervento della regista Hannah Luxenberg Tono, intervenuta sul tema dell’augmented reality a #wine2wine19