La mobilità, evoluzione del web: un video

La rapidità con cui la tecnologia si evolve supera ampiamente la velocità con cui l'uomo riesce ad adattarsi - mentalmente e culturalmente - alle ultime innovazioni.

Ma per chi nonostante tutto riesce a mantenersi al passo con questi tempi, e anzi è curioso di conoscere quello che ci aspetta (presumibilmente) nei prossimi anni, ecco un interessante video che ripercorre le tappe fondamentali della rivoluzione web, proiettandosi avanti nel tempo con predizioni che sembrano rendere anche la più ardita fantascienza un fatto quotidiano, persino banale.

Twitter etiquette (for personal account)

Se equipariamo i social media a dei luoghi virtuali d'incontro, come se fossero delle moderne agorà, allora dobbiamo anche darci e attenerci a qualche regola di civile comportamento. 

In rete, ovviamente, i consigli si sprecano, e quelli che seguono sono solo un piccolo estratto di ciò che si può trovare. In realtà, una lista completa e definitiva di do's & dont's non è ancora stata stilata, perchè Twitter è un mondo in costante evoluzione, e ognuno deve sentirsi libero di aggiungere la propria esperienza a quella degli altri. Perciò fate altrettanto con questo post: aggiungete le vostre linee-guida, purché sensate/sperimentate.

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La blogosfera 2010: una fotografia

Qual'è lo stato della blogosfera oggi? In un interessante grafico (da una rielaborazione dati Technorati, cliccare sull'immagine per ingrandire), la piattaforma di marketing Flowtown fa il punto della situazione, aggiornato a luglio 2010. La rappresentazione è esaustiva in se', tuttavia ci piace enucleare alcuni punti.

1. Il numero di blogs in rete (stimato) supera i 140 milioni;

2. Come sosteniamo da sempre, il blogging non è roba da ragazzi(ni). I 18-24 enni sono appena il 7% del totale. La fascia di bloggers più consistente (29%) è quella dei 35-44 enni, seguita da quella dei 25-34 enni (25%);

3. I bloggers sono...unisex. O quasi. I maschi infatti superano (ma di poco) le femmine (67% contro il 33%);

4. La maggior parte dei bloggers attivi (48%) vive negli Stati Uniti (soprattutto in California, o a NYC). Solo il 26% è europeo. 

5. Quasi la metà dei bloggers è in possesso di una laurea (40%), degli altri il 27% ha un diploma di scuola superiore;

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Altri contenuti, seguiteci all'interno

Periodicamente, pubblichiamo contenuti in altre sezioni interne di questo sito. In particolare, troverete regolari aggiornamenti nelle sezioni:

  • "Rassegna" (rassegna "ragionata" di quanto viene pubblicato in Italia e all'estero sul mondo della comunicazione interattiva online del vino);
  • "Casi" (dove segnaliamo gli utilizzi della rete particolarmente innovativi e significativi);
  • "Osservatorio" (raccolta dei "papers": ricerche di mercato, rapporti, sondaggi, indagini, ecc.).

Ecco alcuni contenuti inseriti di recente:

Buona lettura!

 

La sfida dei dispositivi mobili

Se l'emergere e la crescita vorticosa dei social media può disorientare e procurarci dei bei mal di testa, immaginatevi cosa può succedere quando prendiamo in esame il mondo dei dispositivi mobili. E non ci riferiamo solo alla ricca famiglia dei cellulari intelligenti, che ormai fanno tutto eccetto portarci la colazione a letto (ma possono pur sempre ordinare a qualcuno di farlo), ma anche all'emergente mercato di tablet come l'iPad.

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Quel che gli utenti vogliono (e le aziende no)

C'è una curiosa discrepanza tra quello che i consumatori Internet addicted  vorrebbero dalle aziende e quello che queste ultime sono disposte a dar loro. In molti casi sembra di assistere ad un dialogo tra sordi. 

Secondo una ricerca su consumatori italiani online di una fascia di età tra i 18 e i 54 anni, quasi l'80% di essi ritiene opportuna una presenza delle aziende nei social media, e una percentuale leggermente più alta ritiene che non facciano abbastanza: dovrebbero escogitare nuovi sistemi o mezzi per interagire con i propri clienti (Cohn & Wolfe, con il supporto tecnico di Lightspeed Research). Un desiderio che, a quanto pare, gran parte delle aziende sembra non condividere: in un buon 77% dei casi esaminati, i fondi per il web sono meno del 25% dell'investimento complessivo dedicato alle "spese di comunicazione e marketing". Per contro, gli utenti passano davanti allo schermo del computer più tempo che davanti a quello della televisione: sette ore al giorno contro cinque. E un terzo del tempo trascorso online viene passato nei social media. Facebook ovviamente è in testa alle preferenze, seguito da Twitter e YouTube. Le aziende, insomma, continuano a nutrire una grande diffidenza nei confronti della rete e dei suoi meccanismi, dettata, probabilmente, da una scarsa conoscenza dei medesimi. O dal timore, del tutto giustificato, che entrare in questa specie di grande circo abbia dei costi.

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Grandi brand a confronto nel "buzz" della rete

Partiamo da un assunto generalmente condiviso: qualsiasi azienda ha il diritto di disinteressarsi del web, di chi lo frequenta e di come lo frequenta, dei suoi fenomeni e delle sue dinamiche. E' una scelta.

Ma il web non si disinteressa dell'azienda (e se lo fa, è perfino peggio). Dunque, conoscere cosa si dice in giro di se' e dei propri prodotti, in quali contesti e spazi, chi ne parla e perché, e se è possibile entrare in relazione con costoro, aprire un dialogo, interagire... sono comportamenti che ogni azienda dovrebbe far propri, a prescindere dalle dimensioni e dalla notorietà.

Ciò premesso, come si comportano sul web le grandi aziende del vino (quelle che, in teoria, dovrebbero avere le risorse umane e finanziarie per mettere in atto strategie di marketing e comunicazione mirate a seconda dei diversi media che vanno a interessare)?

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